Terremoto 1980, Cosenza (FdI): “Necessario uscire dalla cultura del doposisma”


“A 42 ANNI DAL DRAMMATICO SISMA DEL 23 NOVEMBRE 1980 È NECESSARIO USCIRE DALLA
“CULTURA DEL DOPO TERREMOTO”.
NEL RISPETTO E NEL RICORDO DELLA TRAGEDIA VISSUTA DALLA COMUNITÀ DEL CRATERE, È ARRIVATO IL
TEMPO DI FAR TESORO DEGLI ERRORI DEL PASSATO PER RICOSTRUIRE LE COSCIENZE DELLA NOSTRA
COMUNITÀ.
Il 23 novembre è per tutti gli Irpini una ricorrenza che porta alla memoria quei maledetti 90 secondi,
in cui tutta la storia delle nostre comunità cambiò drammaticamente.
Rimane, come ogni anno, l’obbligo morale di ricordare le vittime, di ricordare quei gravi momenti e
di ricordare i tanti episodi di solidarietà e di eroismo.
Ed è anche giusto ricordare che, oltre alle tante vite umane, in quei novanta secondi si perse o
comunque si diluì quella orgogliosa identità irpina, per far posto ad una logica di costante ricerca di
assistenza calata dall’alto.
Il vero dramma del dopo terremoto, al di là degli scempi urbanistici, delle commistioni affaristiche
e del depauperamento dei territori, è stato aver modificato le coscienze, prosciugando quella forza
interiore tipica delle genti delle aree interne, che non a caso avevano dato i natali a uomini come
Guido Dorso che diceva che “il Mezzogiorno non ha bisogno di carità, ma di giustizia; non chiede
aiuto, ma libertà.”
Purtroppo ancora oggi paghiamo quella modificazione delle menti e delle coscienze e, quindi,
l’impegno della attuale classe dirigente deve essere quella di far crescere una mentalità nuova, che
riscopra l’orgoglio e la dignità dei migliori figli di queste terre e che – attraverso un rinnovato anelito
di libertà e di autodeterminazione – ritorni ad elaborare un pensiero di sviluppo scevro da logiche
vetero-assistenziali.
Solo così renderemo davvero giustizia ai tanti amici, parenti, concittadini che perdemmo quella
tragica notte.”