Scoprimente, Disturbo Ossessivo Compulsivo: cos’è e gli effetti dopo la pandemia

Per un nuovo appuntamento di “ScopriMente”, la rubrica di psicologia a cura del direttore di Irpiniatimes, la dott.ssa Anna Vecchione e della Psicologa e Psicoterapeuta dott.ssa Annalisa de Falco, parleremo di “Disturbo Ossessivo Compulsivo”, cos’è e quali sono i suoi effetti dopo la pandemia.

Dottoressa, partiamo dalla definizione di Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC)…

“Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) è una patologia psichiatrica severa, cronica, caratterizzata da pensieri e impulsi ricorrenti. Il soggetto che ne è affetto viene ad essere tormentato da tali pensieri e comportamenti rituali che lui stesso percepisce come spiacevoli. I pensieri sono vere e proprie ossessioni, immagini ricorrenti e persistenti che causano ansia e disagio. Le ossessioni trovano sfogo nei comportamenti ricorrenti, nelle compulsioni, ossia azioni ritualizzate, che il soggetto non può fare a meno di compiere. Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi come il lavarsi continuamente le mani, o azioni mentali come pregare, contare, ripetere parole a mente. I comportamenti messi in atto hanno lo scopo di ridurre l’ansia, di controllare l’angoscia o di prevenire situazioni temute, ma sono palesemente eccessivi. Uno dei parametri che consente di valutare la gravità del disturbo ossessivo compulsivo riguarda il tempo speso a compiere tali rituali. Il più delle volte risultano dispendiosi (es. più di un’ora al giorno) e causano disagio notevole nella vita del soggetto condizionandone la vita relazionale e lavorativa. Le compulsioni sono messe in atto come risposta ad un’ossessione (ad esempio pensieri di contaminazione portano a rituali di lavaggio) con lo scopo di ridurre l’angoscia innescata dalle ossessioni o di impedire un evento temuto (es. ammalarsi). Nei soggetti affetti da questo disturbo è comune l’evitamento di persone, luoghi e oggetti che innescano le ossessioni e compulsioni. In ambito lavorativo il soggetto affetto da DOC si mostra ossequioso e rispettoso con i superiori mentre si dimostra arrogante ed intransigente con i suoi subordinati. Circa il denaro è spesso una persona avara e mantiene un livello socio economico inferiore a quello che potrebbe permettersi in vista di future ipotetiche catastrofi. Probabili fattori di rischio sono una repressa emotività con elevata inibizione comportamentale in età infantile; abuso fisico e sessuale in età infantile; altri eventi stressanti o traumatici o anche familiarità con parenti di primo grado. Di solito i maschi tendono a sviluppare il disturbo prima delle femmine”.

 

Quanto è diffuso il DOC, soprattutto dopo la pandemia, tra gli italiani? 

“L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha classificato il DOC come la decima causa di disabilità nel mondo per individui tra i 15 e i 44 anni di età. Si ritiene che 1 adulto su 40 soffra di DOC, ma che, probabilmente, il disturbo sia sotto-diagnosticato per la riluttanza di molti a parlare dei propri sintomi e quindi sotto-trattato. La gravità dei sintomi del disturbo ossessivo compulsivo risulta aumentata durante la pandemia. Maggiormente rappresentate sono le ossessioni di contaminazione e le compulsioni di pulizia e lavaggio, come d’altronde era prevedibile. E’ stato riscontrato un aumento significativo della frequenza di questi sintomi durante il periodo di emergenza sanitaria. Inoltre, più della metà dei soggetti, che prima dell’inizio della pandemia avevano una remissione della sintomatologia DOC, hanno successivamente manifestato sintomi clinicamente significativi con la comparsa di nuove ossessioni e compulsioni o con il ripresentarsi di sintomi pregressi. Gli incessanti appelli alle precauzioni per evitare il contagio dal virus Sars- Cov 2 da parte degli organi di informazione, avrebbero di fatto aggravato la sintomatologia ossessivo-compulsiva. In particolare, il lavaggio delle mani, considerato una delle misure igieniche più sicure contro l’infezione, notevolmente evidenziato dai media, può peggiorare i sintomi dei soggetti con disturbo ossessivo compulsivo con preoccupazioni su contaminazione, igiene e pulizia”.

 

Cosa temono coloro che soffrono di disturbi ossessivi? Quali sono i DOC più frequenti?

“In questi soggetti c’è la paura di perdere gli altri nonostante gli sforzi compiuti per ottenere l’approvazione altrui, correlata alla bassa autostima e alla sensazione infantile di non essere valorizzati. Fin da piccoli, infatti, crescono con la convinzione di non essersi sforzati e impegnati a sufficienza tanto da pensare in età adulta di non fare abbastanza. La loro idea è quella di investire nel lavoro così da dimostrare che con il raggiungimento di livelli straordinari nella sfera professionale saranno apprezzati, nonostante non siano mai soddisfatti del loro operato. Diversi sono i contenuti delle ossessioni e compulsioni. I più frequenti risultano quelli di pulizia (ossessioni di contaminazione e compulsioni di pulizia); di simmetria (compulsioni di ripetizione, ordine, conteggio); di pensieri proibiti e tabù (timori di danno a se stessi o agli altri e relative compulsioni di controllo); accumulo, ossia la difficoltà a gettare via oggetti anche senza valore. Nel dettaglio troviamo:

1) Ossessione da contaminazione: si tratta di pensieri o immagini che nascono dal dubbio di essere entrati in contatto con sostanze ritenute pericolose o disgustose.

2) Ossessione di danno: si tratta di pensieri e immagini relativi a potenziali danni a sé o agli altri di tipo materiale, economico o emotivo causati da proprie disattenzioni, leggerezze o mancanze.

3) Ossessioni scaramantiche: si tratta di pensieri o immagini relativi ad eventi negativi, che possono accadere a sé o agli altri in futuro, se non si seguono certe regole di comportamento o non si interviene neutralizzandone l’effetto negativo.

4) Ossessioni somatiche: si tratta di una eccessiva preoccupazione per una parte del corpo o per il proprio aspetto e, in questo secondo caso, si parla di dismorfofobia.

5) Ossessioni aggressive: riguardano tutte le immagini o impulsi a far del male a persone care o se stessi, anche se non lo si desidera.

6) Ossessioni omosessuali: si tratta di fantasie e impulsi a contenuto omoerotico, che creano nel soggetto eterosessuale il dubbio di essere omosessuale latente.

7) Ossessioni relazionali: sono rappresentate da dubbi sul sentimento nei confronti del partner e da fantasie o impulsi sessuali nei confronti di persone diverse, che innescano un dubbio ossessivo di non essere davvero innamorati.

8) Ossessioni religiose e morali: si tratta di immagini e pensieri a contenuto blasfemo, come bestemmie, fantasie sessualizzate verso immagini sacre o insulti ai defunti.

9) Ossessioni sessuali e di pedofilia: si tratta di immagini, fantasie e impulsi sessuali nei confronti di persone sconvenienti (genitori, parenti, bambini) o animali.

10) Ossessione di ordine e simmetria: si tratta di un bisogno di simmetria, uniformità, equilibrio e esattezza che sfociano nella sensazione che qualcosa non sia fatto esattamente nel modo giusto”.

 

Ansia e angoscia sono emozioni sgradevoli e molto intense di chi soffre di questo disturbo?

“Ansia e angoscia dominano l’intera esistenza del soggetto affetto dal DOC. L’ansia deriva da un conflitto psichico tra desideri inconsci (sessuali ed aggressivi) e conseguente timore di una punizione per i propri pensieri. Ne deriva che il desiderio rimosso si esprimerà sotto forma di sintomo come pensiero ossessivo e rituale compulsivo. L’individuo che soffre di questo disturbo è affetto da scarsa autostima e, di conseguenza, nutre dubbi sulle proprie capacità, probabilmente come risultato di un ambiente familiare svalutante ed emotivamente carente. L’ossessiva preoccupazione per il controllo, l’ordine, la perfezione, nasconde, in realtà, all’interno un caos insopportabile. L’atteggiamento patologico si esprime nel momento in cui il soggetto è costretto a confrontarsi con l’autorità, o come risposta alla richiesta di relazioni intime o, ancora, in tutte le situazioni in cui emerge la sua ossessiva necessità di controllo. E’ un individuo dipendente dal lavoro, tende ad essere testardo, possessivo, indeciso e procrastinatore, tanto da non completare i compiti che gli vengono assegnati. L’eccessiva attenzione al lavoro lo porta ad allontanarsi da amicizie e svago e ha la tendenza a conservare anche oggetti senza valore. A causa della difficoltà ad esprimere i propri sentimenti ha problemi a relazionarsi o a creare legami che di fatto rappresentano un grande ostacolo. È sempre alla ricerca di eventuali errori con maniacale attenzione alle regole o procedure. La famiglia, nel DOC, svolge un ruolo attivo, in quanto, allo scopo di proteggerlo da situazioni ritenute ansiogene e di rassicurarlo, gli fornisce supporti per i rituali. Da bambino la sua esperienza è stata spesso quella di non essere sufficientemente valorizzato o amato dai genitori. In alcuni casi tale percezione può essere correlata ad una reale distanza o freddezza delle figure genitoriali, mentre, in altri, questi bambini possono avere richiesto rassicurazione e affetto in misura superiore alla norma per provare un senso di approvazione genitoriale. In essi è presente un forte, ma inappagato desiderio nostalgico di dipendenza e una rabbia nei confronti dei genitori colpevoli di non essere stati emotivamente disponibili. Caratterialmente il soggetto affetto da DOC non gradisce il cambiamento in generale e tende ad evitare le nuove situazioni in cui viene richiesta flessibilità. Dal momento che la routine viene scandita da rituali, tutto ciò che la interrompe è fonte di ansia. Il soggetto con questo disturbo soffre di una mancanza di fiducia in se stesso. Andare in vacanza o rilassarsi sono attività che generalmente non esercitano alcuna attrattiva. Può capitare che quando le richieste di perfezione non siano soddisfatte per tanto tempo, può emergere una depressione. Ciò accade soprattutto verso la mezza età quando i sogni idealistici della giovinezza sono infranti dalla realtà del tempo che passa. La depressione trae origine da un senso di inadeguatezza rispetto a ciò che si vorrebbe essere o fare. Molti soggetti con disturbo ossessivo-compulsivo di personalità riferiscono episodi di ansia che la notte li tengono svegli perché concentrati a pensare a come fare a rispettare programmi e scadenze lavorative. Le persone affette da DOC scaricano l’ansia mettendo in atto azioni compulsive, la cui caratteristica è di essere ripetute di continuo in modo stereotipato e a volte anche con frequenza crescente. Ciò che rende un atto compulsivo è la sua obbligatorietà. Freud riteneva che la coscienziosità, la meticolosità e la diligenza delle persone ossessivo compulsive nascondessero il desiderio di essere irresponsabili, disordinate, ribelli”.

 

Per curare il DOC, la terapia cognitivo-comportamentale costituisce il trattamento psicoterapeutico di elezione. E’ così?

“Sono spesso i familiari dei soggetti affetti da DOC a costringerli al consulto per la scarsa qualità di vita quotidiana. Talvolta sono loro stessi a chiedere aiuto per delle somatizzazioni che si sviluppano a causa dell’ansia. Inizialmente sembrano pazienti collaborativi, attenti e scrupolosi e interessati a ciò che succede in terapia; hanno bisogno di tante delucidazioni e trovano beneficio circa le risposte ricevute. Si mostrano seri, motivati ed impegnati, ma a lungo andare si mostrerà la loro opposizione. Generalmente non sono motivati ad intraprendere un percorso e tendono ad essere manipolativi e svalutanti. Può essere utile la terapia individuale, ma anche quella di gruppo in quanto quest’ultima aiuta a confrontarsi con gli altri partecipanti e ad accettare meglio i feedback ricevuti. Attraverso la somministrazione di farmaci e di alcune tecniche cognitivo-comportamentali, come l’“esposizione”, molte persone possono essere aiutate. Il soggetto affetto da disturbo ossessivo compulsivo è assillato da pensieri disturbanti e come conseguenza mette in atto comportamenti, compulsioni, al fine di ridurre l’ansia. La tecnica dell’esposizione ha lo scopo di prevenire l’esecuzione dei comportamenti compulsivi. Ad esempio si chiede al soggetto con ossessioni di contaminazione, di toccare un oggetto impolverato senza mettere in atto i rituali di lavaggio. L’efficacia maggiore è stata riscontrata nell’utilizzo della terapia psicodinamica. Si ritiene che lo studio dei significati dei sintomi ossessivi compulsivi possano essere compresi attraverso un lavoro di tipo psicodinamico. Ciò è possibile in quanto si ritiene che il pensiero ossessivo tragga origine dalle relazioni con figure parentali. Gli obiettivi principali includono la ristrutturazione delle difese attraverso l’identificazione di sentimenti conflittuali inconsci, la ristrutturazione emotiva mediante esposizione e desensibilizzazione e la costruzione di un senso di sé e degli altri più adattivo, riducendo la vergogna associata all’immagine di sé, diminuendo le aspettative e incoraggiando l’espressione di emozioni positive. Sentendo di essere accettati dal terapeuta anche loro riusciranno ad accettarsi maggiormente. Durante il percorso di terapia si cerca di aiutare il soggetto a capire che gli impulsi, i sentimenti o pensieri aggressivi non sono equivalenti alle azioni; e l’accettazione della propria vita interiore comporta inevitabilmente una riduzione dell’ansia”.

 

Contatti dott.ssa Annalisa de Falco – 333 766 9118.