Salute & Benessere, fecondazione assistita: intervista al professor Miguel Sosa

Per la rubrica “Salute & Benessere di Anna Vecchione”, questa settimana, è stato intervistato il dott. Miguel Sosa, specializzato in ostetricia e ginecologia con esperienza ventennale in materia di PMA, sia omologa che eterologa. Il professor Miguel Emilio Sosa Fernandez, dominicano di origini, amministratore unico e Responsabile Scientifico del Centro Embryos di Mirabella Eclano, di Castellammare di Stabia e di Battipaglia, approfondisce con il direttore di Irpiniatimes, Anna Vecchione, il tema “fecondazione assistita”.

 

Dottore, cos’è la fecondazione assistita?

“La fecondazione assistita rappresenta una possibile opzione per le coppie che non riescono a concepire spontaneamente. E’ un termine con il quale si indica l’insieme delle procedure mediche mirate ad ottenere una gravidanza nelle coppie infertili”.

 

Quali sono le principali tecniche di fecondazione assistita?

“Il concepimento è un evento non particolarmente favorito nella specie umana e dipende dal corretto funzionamento di molteplici fattori, ciascuno dei quali può essere origine della condizione di infertilità. A seconda della problematica riscontrata nella coppia infertile, sono messe in atto differenti tecniche di fecondazione assistita con diversi livelli di complessità. Sulla base della loro complessità, esse, sono divise in tecniche di primo livello e tecniche di secondo e terzo livello. Alla prima categoria appartiene l’inseminazione intrauterina; alla seconda la FIVET e la ICSI; alla terza categoria appartengono procedure che necessitano di anestesia generale con intubazione: prelievo microchirurgico di gameti dal testicolo, prelievo degli ovociti per via laparoscopica, GIFT, ZIFT; TET per via laparoscopica”.

 

Come avviene?

“Tutte le tecniche di fecondazione assistita hanno in comune l’obiettivo di far incontrare gameti maschili con quelli femminili, ciò che le differenzia è la modalità con cui tale obiettivo viene raggiunto.

Per la IUI il liquido seminale opportunamente trattato in laboratorio viene iniettato direttamente all’interno della cavità uterina; contemporaneamente al monitoraggio dell’ovulazione della donna per favorire l’incontro spontaneo nel corpo femminile dei due gameti. Questa tecnica è consigliata in coppie giovani con sterilità inspiegata o nei casi di infertilità maschile lieve-moderata.

Entrambe le tecniche di II livello (FIVET e ICSI) prevedono l’unione dei gameti (ovocita e spermatozoo) all’esterno del corpo umano preceduta da

1. Stimolazione farmacologica dell’ovaio per produrre più ovociti;
2. prelievo chirurgico degli ovociti prodotti;
3. fecondazione degli ovociti;
4. sviluppo degli embrioni e trasferimento degli embrioni in utero.

Le due tecniche si differenziano nella metodica con cui è raggiunta la fecondazione. Nel caso della FIVET gli ovociti sono posti in presenza degli spermatozoi, nel caso della ICSI si procede ad introdurre all’interno dell’ovocita un singolo spermatozoo tramite una pipetta da micro-iniezione.

 

Cos’è l’infertilità e come diagnosticarla?

“Per infertilità s’intende l’assenza di concepimento dopo 12 mesi di rapporti non protetti. Problemi di peso, uso di alcol e/o droghe, insani stili di vita, unitamente all’innalzamento dell’età (soprattutto femminile) a cui si ricerca la prima gravidanza, possono contribuire a questa condizione. L’iter che può concludersi con una diagnosi di infertilità inizia con il counseling con un esperto nel settore che analizzerà tutti gli aspetti connessi all’infertilità e ai trattamenti di fecondazione assistita. TTra i primi step, per la donna, è prevista un’ecografia con conta dei follicoli antrali e alcuni dosaggi ormonali; per ‘uomo, il punto di partenza è rappresentato dalla valutazione dei parametri del liquido seminale”.

Accettare la diagnosi di infertilità può essere molto difficile, come chiedere aiuto?

“Una diagnosi di infertilità può risultare un duro colpo, soprattutto emotivo e psicologico per una coppia quindi è fondamentale affidarsi ad un’equipe che lavora sinergicamente su più fronti per affrontare al meglio un percorso di fecondazione assistita. Nei Centri qualificati è prevista la presenza di uno psicologo che affianca e sostiene la coppia durante tutto il percorso, anche dopo l’instaurarsi della gravidanza”.

 

Il piano terapeutico: tipo e quantità di farmaci

“Esistono diverse tipologie di farmaci e protocolli utilizzati per indurre la maturazione contemporanea di più follicoli per poter aver un numero consono di ovociti e procedere alle tecniche di Fecondazione In Vitro. La risposta alla stimolazione è diversa da paziente a paziente per cui è fondamentale affidarsi a medici capaci di disegnare piani terapeutici personalizzati; così come è fondamentale il controllo della terapia per la buona riuscita del ciclo”.

 

Quanti cicli o tentativi si posso fare?

“Nel nostro paese, a regolare l’accesso alla fecondazione assistita è la legge 40, che nel corso del tempo ha subito notevoli modifiche o rimaneggiamenti, non ultimo il superamento del divieto alla fecondazione eterologa – prima previsto nel testo normativo – intervenuto per effetto di una sentenza della Corte Costituzionale del 2014. La legge in questione stabilisce che possano accedere alle tecniche di fecondazione assistita “coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi”. In assenza, dunque, di un’indicazione legale rigida, occorre fare riferimento alla condizione biologica di entrambi i partner. Detto questo, non esiste un “parametro standard” sotto il profilo biologico valido per tutti, pertanto ogni condizione va valutata singolarmente ed in modo soggettivo e, proprio per questo, unica e diversa da un’altra che apparentemente può sembrare simile”. 

 

Dottore, parliamo dei costi?

“I costi sono strettamente correlati alla diversa complessità delle tecniche”.

 

Percentuale di riuscita?

“Le percentuali di successo, soprattutto per coppie in cui almeno uno dei 2 partners ha un’età avanzata, sono leggermente superiori se le stesse tecniche vengono eseguite con donazione di gameti (fecondazione eterologa).

I risultati riportati dal Registro PMA elaborati dall’Istituto Superiore di Sanità nell’anno 2016, oggi lievemente in aumento sono:

10.9% di gravidanze per tecniche di I livello (IUI) senza donazione di gameti maschili

20% di gravidanze per tecniche di I livello (IUI) con donazione

25.4% di gravidanze per tecniche di II livello (FIV-ET e ICSI) senza donazione di gameti

28.8% di gravidanze con embrioni scongelati

38.8% di gravidanze con donazione di seme

35.8% di gravidanze con donazione di ovociti a fresco

33.1% di gravidanze con donazione di ovociti crioconservati”.