Riscatto laurea, 2,3 milioni di italiani intenzionati a farlo


(Teleborsa) – Circa 2,3 milioni di italiani vorrebbero procedere al cosiddetto riscatto delle laurea light ma oltre il 60% non sa come muoversi. Sono i dati emersi dall’indagine condotta da mUp Research in collaborazione con Norstat per Facile.it sulla nuova modalità di riscatto agevolato della laurea, definita dalla legge 26/2019.
Nonostante l’interesse per l’argomento, quasi 6 persone su 10 ammettono di saperne poco per carenza di informazioni generali sul tema del riscatto (41%), sulle procedure (31%) e sui costi (24%).
I più interessati a riscattare il titolo di studio universitario sono gli over 35 (67%), in particolare al Sud e nelle Isole dove il 70% degli aventi diritto ha dichiarato di voler riscattare la laurea nei prossimi anni.
Tra chi è intenzionato a chiedere il riscatto agevolato, l’11% lo farà corso del 2019, il 32% lo farà entro i prossimi cinque anni, mentre il 56% non sa quando.
Per quanto riguarda la modalità di pagamento, 8 su 10 pagheranno tramite la rateizzazione dell’importo prevista dalla legge e solo il 17% salderà in un’unica rata. La maggior parte degli intervistati lo farà utilizzando i propri risparmi o con denaro personale (79%), contro l’11% di chi chiederà un finanziamento ad una banca o società di credito o il supporto di familiari e amici (5%).
Ad oggi, solo il 12% ha già riscattato gli anni di studio con il precedente sistema; chi invece si è astenuto dal riscatto lo ha fatto, principalmente, per ragioni di natura economica (48%) o perché non sapevano di poterlo fare (16%).
Cos’è il riscatto di laurea? Il riscatto di laurea consiste nel convertire gli anni trascorsi all’università in anni utili per l’anzianità contributiva che sommati a quelli di lavoro permettono di andare in pensione prima.
Per poter avanzare la domanda di riscatto è necessario aver effettivamente conseguito il diploma. La copertura contributiva, infatti, non è accordata se l’interessato, pur avendo seguito gli studi universitari, non abbia poi conseguito il titolo.
Il riscatto, inoltre, si riferisce agli anni accademici in cui si è effettivamente svolto il corso legale di laurea, con esclusione degli anni durante i quali l’interessato è rimasto “fuori corso”, e può essere chiesto anche con riferimento a singoli anni del corso di laurea.
Non è possibile ottenere il riscatto se durante gli studi universitari è stata svolta un’attività lavorativa e se si è stati quindi già assicurati.
Il riscatto del ciclo universitario può essere esercitato anche dai soggetti non iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza che non abbiano iniziato l’attività lavorativa (i cosiddetti inoccupati, cioè i neolaureati e coloro che non abbiano ancora iniziato a lavorare). In questo caso, il contributo viene versato all’INPS e successivamente trasferito, a domanda dell’interessato, presso la gestione previdenziale alla quale si iscriverà in base alla futura attività lavorativa.
In assenza di una retribuzione o di un reddito di riferimento, l’onere di riscatto è costituito dal versamento di un contributo, per ogni anno da riscattare, pari al livello minimo imponibile annuo dei commercianti (15.516 Euro nel 2014), moltiplicato per l’aliquota contributiva dei lavoratori dipendenti (attualmente pari al 33%).
Per semplicità facciamo l’esempio di un giovane laureato in attesa di occupazione che chiede quest’anno di riscattare la laurea breve (tre anni). Per calcolare quanto gli costa l’operazione è sufficiente applicare il 33% a 15.516 Euro e moltiplicare il risultato per i tre anni di università.
L’onere di riscatto è fiscalmente deducibile ai fini Irpef dal reddito dell’interessato. Nel caso in cui l’interessato non abbia un reddito personale, l’onere è detraibile dall’imposta dei soggetti di cui risulti fiscalmente a carico nella misura del 19%.
Il pagamento può avvenire in un’unica soluzione oppure può essere rateizzato in 10 anni senza interessi.