Messa in ricordo dell’ing. Domenico Fraternali a dieci anni dalla scomparsa

Il 18 ottobre del 2012 si spegneva l’ing. Domenico Fraternali. Tecnico di grande valore, amministratore pubblico appassionato ed integerrimo, talentuoso artista, a lui si debbono alcune delle pagine più belle sotto il profilo architettonico ed urbanistico della città di Avellino.
In occasione del decennale della scomparsa, lunedì 17 ottobre, alle ore 18, presso la chiesa della SS Trinità dei Poveri, in via Morelli e Silvati, si terrà una messa in suffragio.
Si coglie l’occasione per annunciare chel’Amministrazione Comunale di Avellino ha avviato l’iter per l‘intitolazione alla memoria dell’ing. Fraternali del piazzale antistante la Casa della Cultura “Victor Hugo”.
DOMENICO FRATERNALI è nato a S. Stefano Quisquina (Agrigento) il 15 Novembre 1931 da genitori originari della provincia di Pesaro-Urbino, terzo di quattro figli (Franco, Annamaria, Domenico e Fulvio).
Il padre Fernando era responsabile di un’impresa di costruzioni a carattere nazionale e si spostava lungo la penisola per dirigere l’esecuzione di opere di ingegneria civile. A pochi anni dalla nascita di Domenico, Fernando Fraternali e famiglia si trasferirono dalla Sicilia in diverse località italiane (Gorizia, Forlì, Viterbo), fino ad approdare ad Avellino, quando Domenico aveva all’incirca dieci anni. Qui diresse diversi lavori, tra cui la costruzione dell’attuale sede del Palazzo del Vescovo in Piazza Libertà. Successivamente decise di stabilirsi permanentemente nel capoluogo irpino, fondando una locale impresa di costruzioni, che edificò, tra l’altro, la sede dell’INPS in Corso Europa, nonché le sedi della clinica Malzoni e della caserma Berardi in Viale Italia.
Ispirato dall’esempio paterno e dalle sue naturali inclinazioni, Domenico s’iscrisse al corso di laurea in Ingegneria Civile della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma (attuale “La Sapienza”). Si trasferì all’omologo corso della Università di Napoli (“Federico II)” a seguito della prematura morte del padre, avvenuta nel 1955, con il duplice obiettivo di completare gli studi universitari (laurea nel 1958) e di dirigere l’impresa di famiglia.
Alcuni anni dopo decise di interrompere tale attività per potersi dedicare a tempo pieno alla sue grandi passioni: la progettazione architettonica e l’urbanistica. Partecipò nel 1960 al Concorso per il Piano Regolatore Generale della città di Avellino, vincendo il secondo premio, ed al Concorso per idee per l’aggiornamento dell’omologo Piano della città di Salerno. Nel periodo 1962-1967 ricoprì la carica di Direttore Tecnico dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Avellino. Successivamente, si dedicò alla libera professione progettando numerose opere di edilizia privata e pubblica, dapprima da solo e in seguito in collaborazione con il fratello più giovane, architetto Fulvio. Tra queste ultime si ricordano il Palazzo Valentino ed il Palazzo Matarazzo al Corso Vittorio Emanuele, 172 (che attualmente ospita una sede della Banca BPER) e la Clinica S. Rita di Atripalda, nonché diversi complessi edilizi di case popolari ed edifici scolastici. Il Progetto di Palazzo Matarazzo è stato inserito nel Censimento delle Architetture del Secondo Novecento, a cura del Ministero dei Beni Culturali MIBACT, Direzione per l’Arte e l’Architettura Contemporanea. Dopo il terremoto del 1980 curò il restauro del Palazzo della Cultura “V. Hugo” della città di Avellino, di epoca settecentesca; i progetti di ricostruzione dei Palazzi Sandulli e Trevisani al Corso Vittorio Emanuele; il progetto di ristrutturazione della Chiesa di S. Ippolisto in Atripalda ed il progetto di risanamento del quartiere “Corea”.
Durante l’intero corso della sua carriera professionale, Domenico Fraternali si è costantemente interessato di problemi urbanistici della città di Avellino, elaborando negli anni diversi studi di carattere tecnico e storico e partecipando per un decennio alla Commissione Edilizia. Nel 1975, ben prima del terremoto dell’Irpinia del 1980, ha realizzato in particolare uno studio dal titolo “Per un’ipotesi del recupero edilizio e sociale dell’Avellino antica”. Purtroppo, il progetto di recupero da lui immaginato non fu portato a compimento ed il sisma del 1980 ha distrutto quasi completamente l’allora degradato centro storico di Avellino, del quale a tutt’oggi rimangono purtroppo sole poche tracce originali.
Ha sempre affiancato alla attività professionale l’interesse e la passione per le arti figurative, che già coltivava da giovane. Tali interessi lo hanno portato negli anni a produrre diverse opere pittoriche e grafiche aventi per soggetto scorci ed immagini pre-terremoto 1980 del centro storico di Avellino. Le testimonianze più recenti di tale produzione sono opere pittoriche su legno raffiguranti edifici e scene di vita avellinese degli inizi del Novecento, di cui sono custodi la moglie Orsola Tarantino, il fratello Fulvio, i figli Franca e Fernando, ed i nipoti Tino Tarantino e Valentina Fraternali. Molte delle sue opere artistiche sono caratterizzate da una originale tecnica pittorica, ispirata al puntinismo, che combina mirabilmente incisioni, graffiti e pittura. Ciascuna di tali opere ha richiesto lunghi tempi di preparazione ed esecuzione, soprattutto nelle fasi preliminari di incisione e realizzazione di graffiti sui supporti lignei di base. Ha anche disegnato diversi manifesti illustrativi di manifestazioni organizzate dal Comune di Avellino e da altri Enti ed Associazioni culturali irpine, regionali e nazionali. Dal 1980 al 1985 ha fatto parte del comitato di redazione del periodico mensile del Consiglio Nazionale degli Ordini degli Ingegneri ed ha disegnato più di cinquanta copertine di tale rivista.
Nella seconda metà degli anni novanta (1995-1999), Domenico Fraternali è stato assessore all’Urbanistica della città di Avellino, nella prima giunta presieduta da Antonio Di Nunno, come esponente tecnico della società civile. Ha svolto questo compito al di sopra delle parti, ispirandosi a moderni concetti di urbanistica partecipata ed evolutiva (”piani processo”). Nel corso del suo mandato di assessore, ha organizzato due conferenze urbanistiche, destinate ad illustrare e a discutere con la città numerose proposte di organizzazione del tessuto urbano e dell’hinterland avellinese. In questi anni ha anche fondato e diretto un Laboratorio di Urbanistica composto da giovani ingegneri ed architetti, che hanno prestato attività di volontariato per “ripensare il futuro della città capoluogo”. Il laboratorio ha rappresentato un’importante palestra per diversi giovani professionisti, alcuni dei quali hanno ricoperto in anni recenti importanti ruoli di responsabilità amministrativa nella città di Avellino (vedi, ad esempio, gli assessori all’Urbanistica Annito Abate e Mario Perrotta, che furono tra i primi a collaborare con il Laboratorio).
Negli ultimi anni della sua vita si è dedicato quasi esclusivamente ad attività artistiche, fino quando una lunga malattia lo ha costretto ad un riposo forzato nel conforto della famiglia. Si è spento nella sua abitazione di via Cappone in Avellino il 18 ottobre 2012.