Dati Istat occupazione Italia 2022, occupati e tasso di disoccupazione ad aprile 2022


(dal blog di Mario Melchionna, Presidente Servizi CISL Campania, già Segretario Generale della CISL IrpiniaSannio. Da più di 30 anni in campo a sostegno del mondo del lavoro. “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola” Paolo Borsellino).
Registrato un calo dell’occupazione rispetto al mese precedente associata alla diminuzione dei disoccupati e alla crescita degli inattivi.
Dai dati raccolti risulta che l’occupazione diminuisce dello 0,1% non abbastanza per incidere sul tasso che resta invariato al 59,9%. Il tasso di disoccupazione, viceversa, scende all’8,4% nel complesso.
OCCUPAZIONE ITALIA, I DATI DI APRILE 2022
Dopo due mesi di forte crescita, ad Aprile 2022 il numero di occupati mostra una lieve flessione, restando comunque superiore a 23 milioni. Nel confronto annuale con Aprile 2021, la crescita del numero di occupati è pari a 670.000 unità. D’altra parte, la metà dei casi riguarda dipendenti a termine, la cui stima supera i 3 milioni e 150 mila, il valore più alto dal 1977. Il tasso di occupazione rimane al 59,9%, il valore record registrato a marzo 2022.
Ma vediamo i dati più nel dettaglio.
TASSO DI OCCUPAZIONE AD APRILE 2022
Ad Aprile 2022 il tasso di occupazione è stabile al 59,9%, pari a 23.021.000 unità. Il numero di occupati calcolato è superiore a quello di Aprile 2021 del 3% (+670.000 unità). Rispetto a Marzo 2022 c’è un calo di 12.000 unità (-0,1%).
Confrontando il trimestre tra febbraio 2022 e aprile 2022 con quello precedente (novembre 2021 -gennaio 2022) si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,6%, per un totale di 141.000 occupati in più. La crescita dell’occupazione registrata nel confronto trimestrale si associa alla diminuzione sia delle persone in cerca di lavoro (-4,8%, pari a -107.000 unità) sia degli inattivi (-0,7%, pari a -93.000 unità).
Su base annua, per entrambi i generi aumenta l’occupazione, ovvero +2,6 punti per gli uomini e +2,0 per le donne. Vediamo i dati nel dettaglio per fasce d’età:
- tra i 15 e i 24 anni gli occupati sono 1.120.000 ad Aprile 2022, ovvero +14.000 in più (+1.3%) rispetto a Marzo 2022. Rispetto, invece, ad Aprile 2021 l’occupazione è salita di +17,8 punti in percentuale;
- tra i 25 e i 34 anni gli occupati sono 4.118.000 ad Aprile 2022, quindi 13.000 in più (+0,3%) rispetto a Marzo 2022. Rispetto, invece, ad Aprile 2021 l’occupazione è salita di 7,3 punti in percentuale;
- tra i 35 e i 49 anni ad Aprile 2022, gli occupati sono 8.847.000, ovvero 75.000 in meno (-0.8 %) rispetto a Marzo 2022. Il dato è di 0,4 punti percentuali in meno, invece, rispetto ad Aprile 2021;
- tra i 50 anni e più, gli occupati sono 8.937.000 a Aprile 2022, ovvero 36.000 in più (+0,4%) rispetto a Marzo 2022. Il dato è pari a più 2,9 punti in percentuale rispetto ad Aprile 2021.
Infine, distinguendo per sesso il tasso di occupazione di Aprile 2022 è pari a:
- 69,0% negli uomini, +0,2% rispetto a Marzo 2022 e +2,6% rispetto ad Aprile 2021;
- 50,8% per le donne, -0,2% rispetto a Marzo 2022 e +2% rispetto ad Aprile 2021.
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OCCUPAZIONE LAVORO DIPENDENTE E AUTONOMO AD APRILE 2022
Ad Aprile 2022, il numero di occupati è superiore a quello di Aprile 2021 del 3,0% (+670.000 unità). l’aumento è trasversale per genere, età e posizione professionale. L’unica variazione negativa si registra per i lavoratori tra i 35 e i 49 anni per effetto della componente demografica. Il tasso di occupazione, in aumento di 2,3 punti percentuali, sale infatti per tutte le classi di età. Nell’arco dei 12 mesi l’occupazione risulta in crescita grazie ai dipendenti permanenti (+2,1%) e soprattutto, a termine (+12,6%). L’aumento, seppur lieve, si registra anche per gli autonomi (+0,2%).
L’ISTAT riporta i seguenti numeri:
- il numero dei lavoratori dipendenti è pari a 18.077.000, maggiore di 5.000 (dunque stabile) rispetto a Marzo 2022, con un aumento di +658.000 (+3,8 %) rispetto ad Aprile 2021. I dipendenti permanenti in particolare, sono 14.911.000 (-4.000 di Marzo 2022) e 3.166 (+9.000 di Marzo 2022) quelli a termine;
- il numero dei lavoratori indipendenti è pari a 4.944.000, minore di 17.000 (-0,3 %) rispetto a Marzo 2022 e con un aumento di 11.000 (+0,2 %) rispetto a Febbraio 2021.
TASSO DI DISOCCUPAZIONE APRILE 2022
Ad Aprile 2022, secondo i dati ISTAT, il tasso di disoccupazione scende all’8,4% nel complesso (-0,1 punti) e al 23,8% tra i giovani (-1,4 punti). Rispetto a Marzo 2022, scende di 0,1 punti in percentuale e di -1,8% rispetto a Aprile 2021. È necessario fare però, una distinzione per fasce d’età:
- i disoccupati tra i 15 e i 24 anni sono 349.000 ad Aprile 2022, ovvero 22.000 in meno (-6%) rispetto a Marzo 2022. Rispetto invece ad Aprile 2021 la disoccupazione è scesa di 23,7 punti in percentuale;
- i disoccupati tra i 25 e i 34 anni sono 522.000 ad Aprile 2022, quindi 15.000 in meno (-2,9 %) rispetto a Marzo 2022. Rispetto, invece, ad Aprile 2021 la disoccupazione è scesa di 24,7 punti in percentuale;
- i disoccupati tra i 35 e i 49 anni ad Aprile 2022 sono 721.000, ovvero 34.000 in più (+5 %) rispetto a Marzo 2022. Il dato è di 10,6 punti percentuali in meno, invece, rispetto ad Aprile 2021;
- i disoccupati di età compresa tra i 50 anni e più ad Aprile 2022 sono 503.000, ovvero 14.000 in meno (-2,7 %) rispetto a Marzo 2022. Il dato è pari a meno 11,1 punti in percentuale, rispetto ad Aprile 2021.
Infine, distinguendo per sesso il tasso di disoccupazione di Aprile 2022 è pari a:
- 7,4 % negli uomini, -0,3 % rispetto a Marzo 2022 e -1,9% rispetto ad Aprile 2021;
- 9,6% per le donne, -0,1% rispetto a Marzo 2022 e -1,7% rispetto ad Aprile 2021.
Tasso di disoccupazione Gennaio 2017 – Aprile 2022, valori percentuali, dati destagionalizzati
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TASSO DI INATTIVITÀ AD APRILE 2022
Stando ai dati ISTAT di Aprile 2022 cresce il numero degli inattivi. L’aumento del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,3%, pari a +34.000 unità) coinvolge entrambi i sessi e tutte le classi di età. Il tasso di inattività sale al 34,6% (+0,1 punti). Nel dettaglio:
- tra i 15 e i 24 anni gli inattivi sono 4.318.000 ad Aprile 2022, ovvero 9.000 in più (+0,2%) rispetto a Marzo 2022. Rispetto invece, ad Aprile 2021 l’inattività è scesa di 0,9 punti in percentuale;
- tra i 25 e i 34 anni gli inattivi sono 1.556.000 ad Aprile 2022, quindi 2.000 in più (+0,1 %) rispetto a Marzo 2022. Rispetto, invece, ad Aprile 2021 l’inattività è scesa di -10,8 punti in percentuale;
- tra i 35 e i 49 anni ad Aprile 2022, gli inattivi sono 2.289.000, ovvero 17.000 in più (+0,8 %) rispetto a Marzo 2022. Il dato è di 7,9 punti percentuali in meno, invece, rispetto ad Aprile 2021;
- tra i 50 anni e più, gli inattivi sono 4.733.000, ovvero 6.000 in più (+0,1%) rispetto a Marzo 2022. Il dato è -2,4 rispetto ad Aprile 2021.
Infine, distinguendo per sesso il tasso di inattività di Aprile 2022 è pari a:
- 25,4% negli uomini, +0,1% rispetto a Marzo 2022 e -1,3% rispetto ad Aprile 2021;
- 43,7% per le donne, -0,1% rispetto a Marzo 2022 e -1,1% rispetto ad Aprile 2021.
OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE
CAMPANIA OCCUPAZIONE 41,7% (MEDIA UE 68,8%)
CAMPANIA DISOCCUPAZIONE 20% (ITALIA 8,4%)
CAMPANIA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE 38% (ITALIA 23,8%)
CAMPANIA NEET 47,6% (ITALIA 34,6%)
Considerazioni
Se oggi abbiamo questa situazione drammatica dal punto di vista occupazionale gran parte delle responsabilità ricadono sui governi centrali che si sono avvicendati negli ultimi 20 anni. Nel momento in cui la politica nazionale e il Paese ha smesso di credere nel Mezzogiorno, come una risorsa per l’intero Paese, è inevitabile che il Sud e la Campania abbiano subito gli effetti più pesanti della crisi e della pandemia. Il tema dei servizi pubblici è quello che più drammaticamente rivela il divario tra nord e sud Italia. La Campania è in assoluto, tra le regioni del sud, quella in cui si percepisce con forza questa distanza: tra famiglie deboli e famiglie ricche e tra cittadini del sud e del nord.
La Campania potrà uscire da una fase di crisi economica abbastanza profonda se sapremo utilizzare i diversi strumenti prima non disponibili, come il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (Pnrr). Il Pnrr rappresenta un’importante novità poiché pone il tema della coesione sociale al centro della crescita del paese.
Finalmente l’Unione Europea ha compreso che se non si realizza la coesione e non si riducono le diseguaglianze geografiche, fallisce non solo la strategia italiana, ma anche quella europea. L’Italia ha avuto una quota di fondi superiore a quella degli altri paesi membri proprio a causa dei suoi forti squilibri territoriali. Non è un caso che la quota per il Mezzogiorno sia pari al 40% delle risorse complessive. E uno dei termini in cui verrà valutata l’efficacia del Pnrr è se saremo capaci di ridurre i forti divari fra centro-nord e sud in termini di servizi, produttività ecc. Non bisogna solo spendere velocemente, ma spendere in modo da ridurre i divari territoriali.
24 giugno 2022
Mario Melchionna