“Celle indecenti e condizioni inaccettabili”, la lettera anonima dei detenuti di Bellizzi

“Celle indecenti e condizioni inaccettabili”, E’ questo, in sostanza, il senso di quanto scrive un gruppo di detenuti del carcere di Bellizzi Irpino che ha inviato una lettera a Pietro Ioia, presidente dell’associazione ex Detenuti organizzati napoletani (Don).

La missiva, pubblicata sul profilo Facebook di Ioia, è stata redatta in forma anonima.

I detenuti della casa circondariale irpina lamentano carenze sanitarie, scarse attività di reinserimento e scolastiche, e la sospensione dell’erogazione dell’acqua durante il giorno e la notte.

“Qui la situazione è critica – si legge nella nota -. L’area sanitaria non funziona e ci negano anche i farmaci mutuabili che dobbiamo comprare noi. E’ assente la figura dell’educatore, importante per il percorso di inserimento. Nel reparto Devivo, reparto dinamico trattamentale dove dobbiamo inserirci con corsi, risulta che siamo inseriti solo nella Sezione della scuola media e liceo artistico. Nella sala hobby partecipano solo quattro detenuti, l’educatrice non si è mai vista. Inoltre, con questo caldo insopportabile, ci chiudono l’acqua. E’ una situazione disumana e incivile”. 

Sulla questione interviene anche Tony Della Pia, segretario provinciale di Rifondazione Comunista. “Le irregolarità sono molteplici, dal punto di vista sanitario, fino ad arrivare alle attività di reinserimento. Addirittura apprendiamo che durante la notte e il giorno viene sistematicamente sospesa l’erogazione dell’acqua. I detenuti sono persone che avendo commesso dei reati scontano una pena che consta nella limitazione della libertà personale, quello che avviene nelle carceri e la disumanizzazione dell’essere. E’ incostituzionale – accusa Della Pia -. Sollecitiamo il garante provinciale e tutte le autorità competenti ad intervenire tempestivamente. Nel frattempo provvederemo ad inoltrare una denuncia al Ministro della Giustizia”.